I mandorli fioriti di metà gennaio

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1612199222099{margin-bottom: 0px !important;}”]La primavera è un sentimento, è attesa, è felicità, è colore.

Ma deve avere il suo tempo. Difficile ricordare i mandorli fioriti a metà Gennaio.

Nelle campagne si fanno i conti con cicli stagionali sconvolti. Anche le mimose avviano il processo di fioritura, anticipando il processo di 40 giorni. Coldiretti evidenzia come ormai anche in Italia perdura la tendenza alla tropicalizzazione, con la più elevata frequenza di fenomeni estremi, con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal maltempo alla siccità.

L’agricoltura è l’attività economica che più di tutte vive quotidianamente le conseguenze dei cambiamenti climatici. Ma è l’uomo ad esercitare un’influenza crescente sul clima e sulla temperatura terrestre con attività come la combustione di combustibili fossili e la deforestazione. Attività che aggiungono enormi quantità di gas serra a quelle naturalmente presenti nell’atmosfera, alimentando il riscaldamento globale.

Passi in avanti derivano dall’efficienza energetica, dalle fonti di calore rinnovabili e dall’energia solare ed eolica. C’è ancora la possibilità di arrestare questo fenomeno, poiché la decarbonizzazione globale potrebbe riuscire a non incrementare il riscaldamento globale mantenendolo a 2°C (Environmental Research Letters 2/12/20).

Ma poiché il clima terrestre e i sistemi ecologici sono profondamente correlati, nel tentativo di arrestare questo processo o per lo meno cercare di contenerlo, cosa possono fare i produttori di vino di tutto il Mondo?

Ignacio Morales-Castilla del GloCEE e dell’Arnold Arboretum dell’università di Harvard ritiene infatti che i produttori dovrebbero valutare l’opportunità di adottare “misure di adattamento”. Tra le alternative che ha a disposizione la viticoltura per adattarsi ai cambiamenti climatici ci sono diverse misure di gestione della coltivazione che possono essere adottate a livello locale come la micro-aspersione o l’ombreggiamento, ma anche il trasferimento dei vigneti più in alto laddove possibile.

Gli scienziati suggeriscono anche un’altra soluzione, la sostituzione del materiale vegetale o di varietà che secondo Morales-Castilla hanno potenziale di adattamento ai cambiamenti climatici.

Lo studio condotto ha analizzato i dati storici dal 1956 di 11 varietà di uva da vino tra le quali Cabernet Sauvignon, Chardonnay e Pinot nero, le più coltivate storicamente in Europa. Sono stati creati modelli di pianificazione sugli scenari di riscaldamento globale fino al 2100. I risultati sono incoraggianti, l’uomo attraverso una coltivazione intelligente può supportare l’agricoltura, sempre che gli sforzi per evitare scenari di riscaldamento più elevati avranno successo.

E’ necessario prendere iniziative concrete in tal senso, comprendere che abbiamo in mano un patrimonio unico e che dobbiamo impiegare tutte le nostre forze per consegnarlo alle future generazioni in condizioni migliori di come lo abbiamo ricevuto.

Tenuta Liliana Staff[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_single_image image=”982″ img_size=”full” add_caption=”yes” alignment=”center” onclick=”custom_link” title=”Mandorlo in Contrada Rischiazzi, Parabita (Le) foto del 18 Gennaio 2021″ link=”https://www.tenutaliliana.com/members/”][/vc_column][/vc_row]