Dopo 8000 anni di storia, chi produrrà il vino di domani?

[vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1565154413900{margin-bottom: 0px !important;}”]Esiste una fascia fertile per il vino che entro 50 anni si avvicinerà di 180 Km ai poli. Quindi Chi produrrà il vino di domani?

Secondo il climatologo Gregory Jones, se i vigneti sono un indicatore preciso della temperatura, è ovvio che il surriscaldamento globale sta avanzando.

Alcune regioni dovranno modificare gli impianti nei vigneti. Ma la novità è che verranno rigenerate zone ad oggi ancora non inclini a produrre vino. Tra queste, soprattutto in Europa, Islanda ed l’Inghilterra.

La storia si ripete e una situazione critica per le aziende del sud del continente è una opportunità per quelle del nord. Ne sono testimonianza gli attuali studi dell’Inghilterra al fine di individuare le aree più inclini alla viticoltura.

Se Toscana e Borgogna vedranno diminuire fino al 75% le aree coltivabili entro il 2050, altre nazioni nord europee proporranno bollicine pronte a paragonarsi con le più rinomate maison francesi.

Se cambiare atteggiamento e stile di vita è senza dubbio la soluzione migliore, i grandi scienziati europei propongono varie alternative.

Prima soluzione concentrare la coltivazione di vitigni resistenti a questi cambiamenti (aglianico, nebbiolo, sangiovese, magliocco, garganica)

Altra proposta è selezionare genotipi che tollerano alte temperature. Soprattutto maggiormente resistenti alle malattie come peronospora e oidio

Ma se la genetica cerca di salvaguardare i vitigni storici, rendendoli più forti, altre soluzioni si prospettano sul lungo termine. Tra queste piantare varietà che dimostrano ottima tolleranza ad alte temperature e siccità.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_single_image image=”641″ img_size=”full”][vc_column_text css=”.vc_custom_1565154388551{margin-bottom: 0px !important;}”]Tenuta Liliana Contrada Rischiazzi https://www.tenutaliliana.com/members/[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_column_text css=”.vc_custom_1565154509382{margin-bottom: 0px !important;}”]

Corsi e ricorsi storici. Se la Little Ice Age spostò il fulcro della viticultura verso la Francia e l’Italia, oggi l’Australia sperimenta il Montepulciano, il Nero d’Avola, il Sagrantino e l’Aglianico.

Ma soprattutto in un futuro ormai non lontano, chi produrrà il vino di domani? Sarà l’inghilterra producendo  bollicine di qualità in concorrenza alla vicina e rinomata Francia?

Tenuta Liliana Staff

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